Quando le risposte non le hai, arrivi al punto da cercartele da sola.
Vai per esclusione, analizzi i dettagli, le parole, i gesti, fino a quando dei punti interrogativi si insinuano nella mente.
“E se fosse…”, pensi; nessuna ti sembra giusta ma allo stesso tempo appaiono tutte adatte.
Poi vai per esclusione, ancora e ancora, fino a quando non ti rimangono che due opzioni davanti agli occhi.
Hai schematizzato, hai collegato tutto attentamente, e ora quelle due probabili risposte ti sembrano avere senso.
Avrai mai la certezza? Certo che no. Ma te lo fai bastare. Perché a volte è più facile credere alle risposte che ci diamo, che rimanere a metà sperando che cambi qualcosa.

È così che ho preferito fare.
Perché per andare avanti e lasciare andare via i pensieri è più semplice darsi delle risposte tratte dai ricordi, che aspettare che la verità si palesi, sempre se mai si paleserà, e se così fosse sarò lieta di accoglierla, ma fino ad allora preferisco credere in questo.